14 mag 2023

Microsoft 365: Aggiornamenti di Aprile 2023

Moduli PS e Graph

Il conto alla rovescia per il ritiro del 30 giugno 2023 sta terminando. Entro giugno dovremo aggiornare le app che utilizzano Microsoft Graph a causa della fine del supporto per Azure Active Directory (Azure AD). Le app che usano Azure AD Graph dopo questa data non riceveranno più risposte dall'endpoint Azure AD Graph.

Un'altra modifica di PowerShell è l'abbandono di remote PowerShell  per i cmdlet che si connettono all'endpoint di Security & Compliance, come già accaduto per il modulo di EOL per cui si consiglia l'installazione di Exchange Online PowerShell V3. A far data dal 15 luglio 2023, partirà la disattivazione del protocollo RPS legacy nel modulo PowerShell per Security e Compliance. RPS è abilitato per impostazione predefinita per i cmdlet di Scurity e Compliance



Bring Your Own Domain per i messaggi di servizio di Microsoft 365

Consente ai tenant di usare un indirizzo di posta elettronica e un dominio dal proprio tenant per inviare i messaggi di servizio anziché indirizzi come noreply@sharepointonline.com. Annunciata come  MC531211 e ora distribuita, le organizzazioni possono scegliere uno dei domini verificati disponibili per il proprio tenant come dominio usato per le e-mail di servizio (Microsoft 365 Service Messages) 


Azure AD shared user profiles

Azure AD utilizza profili utente condivisi per registrare chi usa Azure AD Direct Connect per accedere alle informazioni in altri tenant e chi da altri tenant entra nel nostro tenant. I canali condivisi di Teams sono l'unica app che usa attualmente Azure AD Direct Connect, ma questo potrebbe cambiare in futuro.
In pratica, quando il proprietario di un canale condiviso invita un utente esterno a diventare membro del canale e l'utente conferma, Azure AD crea un profilo utente condiviso in ingresso per "tenere presente" l'accaduto. Azure AD crea invece un profilo utente condiviso in uscita quando un utente del tenant diventa membro di un canale condiviso ospitato da un altro tenant.


Token theft 

Dato che gli attacchi come password spray perdono efficacia a causa della rimozione dell'autenticazione di base da Exchange Online, gli aggressori utilizzano tecniche diverse per tentare di compromettere gli account in Azure AD. Il furto di token è una di queste tecniche. Un Il nuovo controllo di sessione denominato Token theft  è ora disponibile in anteprima e potrebbe essere utile associando i token ai dispositivi.


Interfaccia di amministrazione di Teams 

L'interfaccia di amministrazione di Teams ha ricevuto un completo restyling in linea con la nuova grafica di Outlook e Teams Preview.  E' stata introdotta una migliore gestione dei gruppi in scadenza.



Wiki in Teams 

A gennaio 2024 cesserà il supporto per i wiki in Teams. Entro tale data si dovranno migrare i dati dei wiki in OneNote.
Microsoft ha rilasciato un tool e una proceduta per l'importazione disponibile a questo indirizzo:
Export a wiki to a OneNote notebook - Microsoft Support



6 feb 2023

Teams: Opzione open in "Desktop App" scomparsa

Se usate licenze diverse dalle E3 in su avete notato che l'opzione "Desktop App" è scomparsa dal menu Files, Files open preference. Questo perché agli allegri fornitori del servizio piace l'upselling e hanno deciso di togliere questa possibilità ai clienti che già ne usufruivano. 
A mio parere davvero una pratica odiosa e scorretta.

L'impostazione è gestita lato client quindi se volete far "ricomparire" open in "Desktop App" aggiornate la seguente reg key con in valore "O365ProPlusRetail"

"HKLM:\Software\Microsoft\Office\ClickToRun\Configuration\ProductReleaseIds" to "O365ProPlusRetail"

Penserei magari a migliorare il prodotto, c'è davvero ampio spazio.


23 gen 2023

2023: L’anno di svolta nell’Intelligenza Artificiale

 

In queste ore tutto il mondo sta parlando dell’ultima versione di GPT (ChatGPT Jan 9 Version, 2023).
In questo articolo cercheremo di capirne di più sull’intelligenza artificiale e quali strumenti sono già disponibili.

 

Cosa si intente per Intelligenza Artificiale?


L'intelligenza artificiale (IA) è una branca dell'informatica che si concentra sullo sviluppo di algoritmi e sistemi in grado di svolgere compiti che richiedono intelligenza umana, come il riconoscimento del linguaggio naturale, la comprensione del contenuto visivo e la risoluzione di problemi complessi.
L'IA può essere suddivisa in diverse categorie, tra cui l'IA debole (o IA di base) e l'IA forte (o IA generale).

 

IA di base

L'IA debole (o IA di base) si riferisce a una forma di intelligenza artificiale che è specializzata in una singola attività o compito specifico. Gli algoritmi e i sistemi di IA debole sono progettati per svolgere un compito specifico, come il riconoscimento delle immagini, il riconoscimento delle voci o la traduzione automatica. Non hanno la capacità di generalizzare o di adattarsi a nuove situazioni, come invece avviene nell'IA forte. In generale, l'IA debole o di base è più facile da implementare e meno costosa rispetto all'IA forte.

IA generale

L'IA forte (o IA generale) si riferisce ad una forma di intelligenza artificiale che ha la capacità di generalizzare e di adattarsi a nuove situazioni e compiti. Gli algoritmi e i sistemi di IA forte sono progettati per svolgere una vasta gamma di compiti, simili a quelli che richiedono l'intelligenza umana, come la comprensione del linguaggio naturale, la risoluzione di problemi e il ragionamento. L'IA forte è più difficile da implementare rispetto all'IA debole e richiede una quantità maggiore di risorse computazionali e dati.

L'IA forte ha la capacità di apprendere e migliorare continuamente, senza essere programmata specificamente per ogni singola attività. L'IA forte può essere utilizzata in una vasta gamma di applicazioni, come il riconoscimento vocale, la traduzione automatica, la guida autonoma e l'elaborazione del linguaggio naturale.

 

Reti neurali

Una rete neurale è un modello computazionale ispirato alla struttura e al funzionamento del sistema nervoso umano. È composta da una serie di nodi (noti anche come neuroni) che sono connessi tra loro da collegamenti, ognuno dei quali ha un peso associato.

Il funzionamento di una rete neurale è simile a quello del sistema nervoso umano, poiché i nodi ricevono informazioni dai nodi di input, elaborano queste informazioni e le trasmettono ai nodi di output. I pesi sui collegamenti tra i nodi sono utilizzati per controllare l'importanza relativa delle informazioni in entrata per la risposta di output.


Ci sono diverse librerie di intelligenza artificiale e di apprendimento automatico che possono essere utilizzate per creare una rete neurale, tra cui TensorFlow, Keras, PyTorch, Microsoft Cognitive Toolkit (CNTK), TensorFlow.NET e Accord.NET

Di seguito un esempio di codice per creare una semplice rete neurale feedforward utilizzando la libreria Accord.NET in C#:

using Accord.Neuro;
using Accord.Neuro.Learning;
using Accord.Math;

// Creazione del modello
var network = new ActivationNetwork(
    new SigmoidFunction(2),
    8, // 8 input nodes
    12, // 12 hidden nodes
    1); // 1 output node

// Creazione dell'oggetto di apprendimento
var teacher = new BackPropagationLearning(network);

// Addestramento del modello sui dati di input
double[][] inputs = ...;
double[][] outputs = ...;
for (int i = 0; i < 1000; i++)
{
    double error = teacher.RunEpoch(inputs, outputs);
    Console.WriteLine("Error: " + error);
}

// Utilizzo del modello per effettuare previsioni
double[] prediction = network.Compute(inputs[0]);
Console.WriteLine("Prediction: " + prediction[0]);

Naturalmente il codice di cui sopra è solo un esempio semplice e generico. Il codice potrebbe variare a seconda delle esigenze specifiche del progetto e della libreria utilizzata. Inoltre, sarebbe necessario utilizzare un dataset di addestramento e di test per addestrare e valutare la rete neurale.


Le reti neurali feedforward (FNN)

 Le reti neurali feedforward (FNN) sono un tipo di architettura di rete neurale che consiste in una serie di strati di nodi (noti anche come neuroni) connessi tra loro. Il flusso di informazioni attraversa la rete in una sola direzione, da input verso output, senza alcun ciclo o ritorno.

In una rete neurale feedforward, gli strati di input ricevono i dati, mentre gli strati nascosti elaborano i dati e gli strati di output forniscono la risposta o la previsione. Ogni nodo nella rete elabora i dati ricevuti dai nodi di input e li passa ai nodi successivi. I pesi sui collegamenti tra i nodi sono utilizzati per controllare l'importanza relativa dei dati in entrata per la risposta di output.

Le FNN sono utilizzate per una vasta gamma di applicazioni, come il riconoscimento delle immagini, il riconoscimento della voce, la traduzione automatica e l'elaborazione del linguaggio naturale. Sono semplici da implementare e da capire, ma hanno limitazioni nell'elaborazione di dati sequenziali o dati con relazioni temporali o di ordine.

 

Le reti neurali convolutional (CNN)

Le reti neurali convolutionali (CNN) sono una specifica architettura di reti neurali feedforward utilizzate principalmente per l'elaborazione delle immagini e del segnale. Sono chiamate "convolutionali" perché utilizzano un'operazione matematica chiamata "convoluzione" per elaborare i dati di input.

In una CNN, gli strati di input ricevono i dati (immagini o segnali), mentre gli strati nascosti elaborano i dati utilizzando una serie di filtri convolutionali. I filtri convolutionali sono matrici di pesi che vengono utilizzati per estrarre caratteristiche specifiche dai dati di input. Gli strati di pooling vengono utilizzati per ridurre la dimensione dei dati, mentre gli strati di output forniscono la risposta o la previsione.

Le CNN sono particolarmente utili per l'elaborazione delle immagini, poiché hanno la capacità di identificare caratteristiche specifiche, come linee, forme e texture, indipendentemente dalla loro posizione nell'immagine. Inoltre, le CNN sono utilizzate in una vasta gamma di applicazioni, tra cui il riconoscimento delle immagini, il riconoscimento della voce, la traduzione automatica e l'elaborazione del linguaggio naturale.

L’apprendimento automatico

In termini informatici, l'IA si basa principalmente su algoritmi di apprendimento automatico e sull'elaborazione dei dati. Gli algoritmi di apprendimento automatico sono un insieme di metodi statistici e di ottimizzazione che consentono ai sistemi di IA di apprendere dai dati e di migliorare continuamente le loro prestazioni.

Ci sono diverse tecniche di apprendimento automatico, tra cui l'apprendimento supervisionato, l'apprendimento non supervisionato e l'apprendimento rinforzato. L'apprendimento supervisionato utilizza dati etichettati per addestrare un modello a riconoscere determinate caratteristiche o pattern in dati non etichettati. L'apprendimento non supervisionato utilizza dati non etichettati per scoprire pattern e relazioni nascosti nei dati. L'apprendimento rinforzato utilizza un sistema di premi e punizioni per guidare l'apprendimento.

Una volta addestrato, il modello può essere utilizzato per effettuare previsioni o decisioni su nuovi dati. Inoltre, l'IA può essere implementata utilizzando diverse architetture di rete neurale, tra cui le reti neurali feedforward, le reti neurali ricorrenti e le reti neurali convolutional.

Il modello può essere addestrato utilizzando una grande quantità di dati, che vengono utilizzati per "allenare" il modello, rendendolo in grado di fare previsioni o decisioni accurate su nuovi dati.

 

ChatGTP!

ChatGPT è un modello di linguaggio basato sull'intelligenza artificiale sviluppato da OpenAI. È una forma di IA debole, nota anche come IA di base, che è stata addestrata su un gran numero di testi scritti in lingua inglese. In particolare, ChatGPT è un modello di generazione di testo basato su una rete neurale Transformer.

ChatGPT è un modello di linguaggio molto avanzato e molto preciso, è in grado di generare testo in modo autonomo e di completare frasi o testi a partire da un input iniziale.

ChatGPT si distingue dagli altri sistemi di IA in quanto è stato addestrato su un vasto set di dati di testo e quindi in grado di generare testo in modo molto realistico, inoltre è in grado di generare risposte a domande complesse e di generare testo in modo autonomo.

 

La rete neurale transformer

La rete neurale Transformer è un tipo di architettura di rete neurale utilizzata per l'elaborazione del linguaggio naturale. È stata introdotta nel 2017 in un articolo dal titolo "Attention Is All You Need" (L'attenzione è tutto ciò di cui hai bisogno).

La caratteristica principale delle reti neurali Transformer è l'utilizzo di un meccanismo di attenzione che consente al modello di concentrarsi su parti specifiche del testo di input mentre elabora le informazioni. Ciò consente al modello di capire il contesto e di generare testo più preciso e naturale.

Inoltre, le reti neurali Transformer utilizzano una struttura di auto-attenzione che consente al modello di considerare l'intero testo di input allo stesso tempo, anziché solo una porzione di esso alla volta. Ciò consente al modello di comprendere meglio il contesto e di generare testo più preciso e coerente.

Le reti neurali Transformer sono utilizzate in una vasta gamma di applicazioni, tra cui la generazione di testo, la traduzione automatica, la comprensione del linguaggio naturale e il riconoscimento vocale. GPT-2 e GPT-3 sono esempi di modelli Transformer utilizzati per la generazione di testo.


Evoluzione

GPT-4 sarà 100 volte più potente di GPT-3, con oltre 100 trilioni di parametri rispetto ai 175 miliardi di parametri di GPT-3 e con nuove funzionalità come il servizio clienti e l'istruzione.




Applicazioni pratiche

E’ già possibile utilizzare una vasta gamma di servizi basati su IA forniti dai principali playes del mondo cloud. Ad esempio, in Microsoft Azure questi servizi consentono agli sviluppatori di creare, implementare e distribuire facilmente soluzioni di IA.

Alcuni dei servizi di IA offerti da Azure sono:

·       Azure Cognitive Services: un insieme di API pre-addestrate che consentono di aggiungere funzionalità di IA come il riconoscimento delle immagini, il riconoscimento della voce e la comprensione del linguaggio naturale alle applicazioni.

·       Azure Machine Learning: un servizio di apprendimento automatico che consente di creare, implementare e distribuire modelli di IA in modo semplice e veloce.

·       Azure Databricks: un ambiente di elaborazione dei dati basato su Apache Spark che consente di creare, implementare e distribuire facilmente soluzioni di IA.

·       Azure IoT Edge: una piattaforma per l'elaborazione dei dati in dispositivi IoT che consente di eseguire modelli di IA su dispositivi IoT.

 

Espandendo un po’ il campo troviamo altre piattaforme altrettanto interessanti, non sono ovviamente le uniche disponibili ma solo le più popolari:

·       Google Cloud AI: un insieme di servizi di IA offerti da Google Cloud, tra cui Google Cloud Translation, Google Cloud Natural Language e Google Cloud Video Intelligence.

·       Amazon Web Services (AWS): un insieme di servizi di IA offerti da Amazon, tra cui Amazon Transcribe, Amazon Translate e Amazon Rekognition.

·       IBM Watson: un insieme di servizi di IA offerti da IBM, tra cui Watson Language Translator, Watson Speech to Text e Watson Visual Recognition.

·       SAP Leonardo: una piattaforma di intelligenza artificiale di SAP che offre servizi di machine learning, intelligenza artificiale, Internet of Things (IoT) e blockchain.

·       Facebook AI: un insieme di servizi di IA offerti da Facebook, tra cui Face Recognition, Object Detection and Automatic Alternative Text.

·       OpenAI: una organizzazione di ricerca sull'IA che offre una serie di servizi di IA, tra cui GPT-3, un modello di generazione di testo basato sull'IA.

Inoltre, esistono tantissimi siti web basati su AI che hanno compiti relativamente semplici e specifici come ad esempio:

·       Teachable Machine permette di sviluppare il proprio modello di machine learning senza bisogno di programmare. Si può addestrare l'intelligenza artificiale con immagini, suoni e altro.

·       Thing Translator usa la fotocamera del cellulare o la webcam del computer per inquadrare un oggetto o qualsiasi altra cosa e dirci che cos'è in tutte le lingue del mondo.

·       Autodraw, il sito Google che disegna da solo, un esperimento di intelligenza artificiale che indovina cosa stiamo disegnando per poterlo completare prima di finirlo.

·       Il sito thispersondoesnotexist.com usa l'algoritmo sviluppato dal progetto NVidia StyleGAN2 in modo da mostrare la fotografia falsa di una persona che non esiste, con un viso che sembra incredibilmente reale, ogni volta che viene aperto.

·       Infinite Drum Machine si occupa di organizzare automaticamente i suoni per creare una base ritmica. E’ possibile spostare i cerchi sullo schermo e scegliere il tipo di effetto sonoro da utilizzare per la base.

·       Talk To Books  Questo è uno strumento di intelligenza artificiale sperimentale di Google. Si digita una frase nella casella di ricerca, l’AI ti aiuterà a scoprire prospettive e libri entusiasmanti che potresti voler leggere.

·       AI. Image Enlarger Questo sito web ti aiuterà a migliorare tutte le foto di bassa qualità, anche in caso di immagini “pixellate”, sfocate e non dettagliate. Si potrebbe dire come nelle serie e films.

 

Conclusioni

L’IA negli ultimi anni si è sicuramente sviluppata ad un punto tale da essere tanto potente quanto incredibile (e preoccupante?). OpenAI in particolare è stata fondata, indovinate un po’? Dal buon Elon Mask e attualmente foraggiata da Microsoft. Quest’ultima versione di GTP cambia tutte le dinamiche di mercato creando una svolta nell’integrazione del linguaggio naturale. Nei prossimi mesi assisteremo ad una evoluzione ancora più incredibile dato che gli altri player della Silicon Valley non potranno certo stare a guardare.


9 gen 2023

Exchange Online: eseguire operazioni avanzate con Microsoft Graph

 In alcuni casi, come ad esempio per un’importazione errata con network upload, si rende necessario effettuare alcune attività massive (bulk) in Microsoft 365.

Eliminare una determinata cartella da tutte le mailbox presenti in un tenant è uno scenario più comune di quanto sembri e lo utilizzeremo come modello per capire come connetterci con Microsoft Graph tramite PowerShell ed il relativo SDK al fine produrre script di automazione che possano oltrepassare il limite del contesto utente.

Graph PowerShell SDK è solo un wrapper per l’API Graph, che a sua volta non è altro che un’API REST. Un’API REST, nota anche come API RESTful, è un’interfaccia di programmazione delle applicazioni (API o API web) conforme ai vincoli dello stile architetturale REST, che consente l’interazione con servizi web RESTful.

Il repository GitHub di riferimento e supporto per Graph PowerShell SDK è il seguente: microsoftgraph/msgraph-sdk-powershell · GitHub

Connettersi alle API di Microsoft Graph tramite PowerShell

Come primissima cosa è mandatorio installare l’SDK di Graph. L’SDK farà in modo che sia possibile attestarci alle Graph API semplicemente tramite Microsoft PowerShell.

Installiamo quindi il modulo Microsoft.Graph meglio conosciuto come Microsoft Graph Powershell SDK. Da notare che tutti i cmdlet di questo modulo iniziano con “Mg

Install-Module Microsoft.Graph -Scope AllUsers -Force

NB: lo scope AllUsers richiede diritti amministrativi, contrariamente non sono necessari per lo scope CurrentUser.

Un argomento molto importante, con cui è preferibile prendere confidenza quando ci si cimenta nell’utilizzo delle API di Microsoft Graph ,sono gli ambiti anche noti come scope. Se ad esempio un account dispone delle autorizzazioni per un determinato ruolo, non significa che gli venga automaticamente concesso tale ambito.

Verificare l’ambito di un cmdlet

Per questioni di sicurezza, e per evitare di disporre di privilegi eccessivi, è consigliabile utilizzare solo gli ambiti applicabili alla sessione corrente. Ma come si può sapere esattamente quali ambiti sono necessari per i cmdlet che intendiamo usare?

La risposta scontata è naturalmente la documentazione, ma esiste un altro modo probabilmente più efficace anche se dipende molto da come si è abituati: Graph Explorer! Da qui possiamo verificare tutte le autorizzazioni necessarie per ogni query.

continua su WindowServer.it

5 dic 2022

Exchange Online: Come nascondere gli utenti dalla GAL quando si usa la sincronizzazione di Active Directory (AAD Connect)

 

Exchange Online: Come nascondere gli utenti dalla GAL quando si usa la sincronizzazione di Active Directory (AAD Connect)

 

Nascondere gli utenti dall'elenco indirizzi globale in Exchange Online non è così intuitivo quando l'utente viene sincronizzato dall’ambiente Active Directory locale. Si dovrà modificare un attributo dell'oggetto utente, nonché impostare msExchHideFromAddressLists su True ed eseguire una sincronizzazione.

Il problema però è cosa succede se non si dispone dell'attributo msExchHideFromAddressLists in Active Directory?

 

È possibile estendere lo schema di Active Directory per Exchange, ma non è qualcosa che si può facilmente ripristinare se qualcosa va storto, senza contare che si aggiungeranno un sacco di attributi che probabilmente non verranno mai utilizzati.

Una soluzione più pulita ed elegante potrebbe essere creare semplicemente una regola di sincronizzazione personalizzata all'interno di Azure AD Connect che “converte” il valore da un attributo differente.

 

Questo articolo illustra come sincronizzare un attributo personalizzato dall'Active Directory locale ad Azure AD per nascondere un utente dall'elenco indirizzi globale (GAL), senza la necessità di estendere lo schema di Active Directory. In questo caso, useremo un attributo chiamato msDS-cloudExtensionAttribute1. L'attributo msDS-cloudExtensionAttribute è stato introdotto in Windows Server 2012 e dispone di 20 numeri diversi per consentire flessibilità per questi tipi di scenari.


1. msDS-cloudExtensionAttribute per Azure AD Connect

Aprire Azure AD Connect Synchronization Service, passare alla scheda Connectors, poi selezionare ActiveDirectory (la vostra AD locale) e selezionare Properties. In alto a destra spuntare Show All, scorrere giù fino a msDS-CloudExtensionAttribute1 e poi selezionare OK

Figura 1 – Proprietà AD Locale


2. Creare una regola di sincronizzazione personalizzata

Aprire Azure AD Connect Synchronization Rules Editor, cliccare su Add new rule (assicurarsi che in alto sinistra venga indicato Inbound)

Inserire le informazioni seguenti:

Name: Nascondere un utente dalla GAL

Description: Se msDS-CloudExtensionAttribute1 è uguale a NascondiDaGAL, nascondi dalla GAL di Exchange Online

Connected System: la vostra AD locale

Connected System Object Type: user

Metaverse Object Type: person

Link Type: Join

Precedence: 50 (Può essere un qualsiasi numero inferiore a 100. Assicurarsi solo di non duplicare i numeri se esistono altre regole personalizzate o si riceverà un errore di dead-lock da SQL Server)




Figura 2 – Regola personalizzata


Fare clic su Next, Scoping filter e Join rules possono rimanere vuote

Immettere la trasformazione seguente, fare clic sul pulsante Add transformation, compilare il modulo con i valori seguenti e quindi fare clic su Add

FlowType: Expression

Target Attribute: msExchHideFromAddressLists

Source: IIF(IsPresent([msDS-cloudExtensionAttribute1]),IIF([msDS-cloudExtensionAttribute1]="NascondiDaGAL",True,False),NULL)



Figura 3 – regola inbound 


3. Effettuare una sync totale

Da PowerShell eseguire il seguente comando:
Start-ADSyncSyncCycle -PolicyType Initial


4. Modificare l’attributo in AD per l’utente che si vuole nascondere dalla GAL

Aprire Active Directory Users and Computers (ADUC), selezionare l’utente desiderato e con il tasto destro selezionare Properties. Selezionare il tab Attribute Editor, cercare l’attributo msDS-cloudExtensionAttribute1 ed inserire il valore NascondiDaGAL




Figura 4 – Proprietà utente AD


Effettuare un’altra Sync full (initial), appena terminata la nuova sincronizzazione nelle proprietà dell’export verso il service domain di Office 365 vedremo l’attributo settato su true



Figura 5 – Attributo su true

 

Ora possiamo verificare che l’attributo sia stato davvero settato sulla mailbox dell’utente in Exchange Online



Figura 6 – Attributo assegnato all’utente in cloud


Abbiamo visto che sfruttando le regole di sincronizzazione custom di AAD Connect, con pochi passaggi è possibile settare un attributo “di servizio” e convertirlo ad un valore accettabile da Azure AD. 













3 ott 2022

Exchange 2019 Recipient Management PowerShell

Microsoft ha rilasciato l'aggiornamento Exchange Server 12 CU12, che consente finalmente di rimuovere l'ultimo Exchange Server in modo da poter eseguire Active Directory con Azure AD Connect e gestire gli attributi correlati a Exchange in modo supportato.

Microsoft richiede che gli attributi relativi a Exchange siano impostati e gestiti correttamente in modo che possa supportare l'utente in caso di eventuali problemi. Fino a poco tempo fa, ciò significava che era necessario eseguire un server Exchange on-premise per gestire le mailbox di Exchange Online, i gruppi di distribuzione, i contatti e altri elementi associati (come i criteri degli indirizzi di posta elettronica). Le modifiche apportate tramite Exchange Server on-premise vengono archiviate nell'AD locale, quindi Azure AD Connect le sincronizzerà nel cloud. La gestione diretta degli attributi tramite strumenti AD come ADSIEDIT rischia di introdurre potenziali problemi, in quanto tale, rimane non supportata.

Da Exchange Server 2019 CU12 viene consentita l'installazione dei soli strumenti di gestione e consentono inoltre di rimuovere definitivamente (non disinstallare) l'ultimo Exchange Server 2019. 

NB: Non è possibile installare gli strumenti di gestione su un server in cui è già installata un'altra versione di Exchange

Rif: Manage recipients in Exchange Server 2019 Hybrid environments | Microsoft Learn

29 mag 2022

Configurare Microsoft Defender for Office 365 & Best Practice

Durante la scorsa #APERITEAMS CONFERENCE #ACDSD21 purtroppo non sono riuscito a concludere la sessione "Configurare Microsoft Defender for Office 365 & Best Practice" a causa mia :-) ma per la complessità dell'argomento. Come al solito sono piuttosto allergico alle sessioni livello 100/200, mi piace dettagliare, per questo non sono riuscito a concludere per tempo.

In pratica son dovuto scappare dal palco per evitare che sciagure e tragedie si abbattessero su di me :-)
Dunque ecco pubblicate le slide per i presenti che sono rimasti a bocca asciutta e per tutti coloro fossero interessati

D4_DFO_Configurare Microsoft Defender for Office 365 & Best Practice_… (slideshare.net)

22 mag 2022

The Last Exchange: Rimozione dell'ultimo Exchange Server in configurazione ibrida

 

The Last Exchange ci ricorda i mitici The Eagles con la loro The Last Resort.

La rimozione dell’ultimo server Exchange in una configurazione ibrida è sempre stato un problema spinoso che si annida tra necessità, funzionante e supportato. Quasi un sogno per molti IT-Pro.

Con gli ultimi cumulative update "H1" di Exchange Server 2019, sono stati introdotti alcuni miglioramenti da parte di Microsoft tra cui, finalmente la possibilità di rimuovere l'ultimo Exchange Server da un ambiente ibrido.

È importante notare però che NON è necessario disinstallarlo, sebbene lo si rimuova in modo permanente utilizzando le istruzioni di Microsoft.

In questo articolo Microsoft dettaglia come effettuare la gestione tramite PowerShell, una volta rimosso l’ultimo Exchange Server

Cosa aspettarsi dalla rimozione dell'ultimo Exchange Hybrid 2019

I clienti che hanno migrato tutte le proprie caselle di posta sul cloud hanno da sempre espresso il desiderio (giustamente) di poter rimuovere quell'ultimo Server Exchange, per giunta svuotato di tutto. Anche se la procedura in effetti può nascondere una piccola delusione è sicuramente un passo in avanti.

Come funziona?

Si avrà a disposizione un sottoinsieme di cmdlet di gestione per i recipient di Exchange, destinati agli oggetti AD che rappresentano i destinatari cloud e la loro configurazione ed inoltre il supporto a domini e criteri degli indirizzi di posta elettronica. Sono stati resi disponibili anche istruzioni e script per consentire di rimuovere delicatamente la configurazione per il server e relativi componenti ibridi, dopo aver spento l'ultimo Exchange Server.

Sarà comunque necessario gestire la configurazione dei destinatari “in locale” per gli oggetti gestiti da AD con gli stessi limiti a cui siamo abituati. Ad esempio, aggiornare gli indirizzi di posta elettronica per un utente locale o aggiornare le impostazioni della mailbox, come ad esempio le autorizzazioni del destinatario in Exchange Online.


Figura 1: Nuovi cmdlet per la gestione dei destinatari

 

Non è tutto oro quello che luccica. Non si avrà la possibilità di cambiare la fonte dell'autorità per quegli oggetti, cosa a cui Microsoft alludeva in passato. 

Il Mail Relay rimane ciò di cui tutti sanno ma di cui nessuno parla e mentre Microsoft ha annunciato che per Exchange Server 2019 si possono ancora ottenere licenze ibride gratuite e che è possibile distribuire Exchange su Windows Server 2022, ciò si applica solo ed esclusivamente al ruolo Mailbox su un server aggiunto a un dominio ma non alla distribuzione del server Edge Transport.

Edge Trasport come inoltro SMTP autonomo ha il potenziale per essere un papabile sostituto drop-in inserito in una DMZ, che consente l'inoltro della posta da server per le applicazioni legacy utilizzando le regole del connettore di ricezione precedentemente configurate. Per ora, almeno, si dovrà mantenere aggiornato l'ultimo Exchange Server, utilizzare un MTA diverso o lavorare sulla configurazione delle applicazioni per l’adattamento all’inoltro ad Exchange Online.

La rapida evoluzione di Microsoft 365

Data la dinamicità di M365 certo non ci potevamo aspettare una soluzione perfetta, soprattutto dopo tutto questo tempo e tra le false promesse di Microsoft. 
Negli ultimi anni, la realtà è che un numero crescente di organizzazioni sta effettivamente rimuovendo la propria dipendenza da Active Directory (On Premises) e sempre più organizzazioni hanno oramai abbracciato la filosofia Cloud First rendendo superfluo un eventuale sistema di writeback degli oggetti AD relativi ad Exchange Server.

Se davvero non si vuole che gli attributi di Exchange siano gestiti in un AD locale nemmeno da un subset di strumenti di gestione dei destinatari di Exchange, allora sarà davvero necessario iniziare a pensare a come rimuovere AD. Naturalmente in via ufficiosa è sempre possibile gestire i destinatari direttamente dagli strumenti avanzati in ADUC.

E Quindi?

La soluzione per rimuovere l'ultimo Exchange Server è senza dubbio una soluzione che si adatta a coloro che:

·       Non necessitano dell'inoltro della posta tramite Exchange o le LOB supportano già EOL

·       Era rimasto un solo server

·       Sono consapevoli di dover usare PowerShell per la gestione

·       Non hanno in programma di sbarazzarsi di AD in tempi brevi.

 

13 mar 2022

Teams Meeting Room: Un malinteso comune

 

Un malinteso comune è che dovrebbe essere possibile inoltrare riunioni di Teams esterne all'account della meeting room (Teams Room). Questo non funziona “out of the box” ed il motivo è che ProcessExternalMeetingMessages è impostato su $false per impostazione predefinita.

 



Quando si inoltra una riunione di Teams esterna alla Meeting Room per prenotarla, ciò che accade è che la persona esterna la invita direttamente

Per risolvere questo problema, ProcessExternalMeetingMessages deve essere impostato su $true. Ciò consentirà a chiunque di inviare inviti alla Meeting Room.

Per abilitare la funzionalità, eseguire il seguente cmdlet:

Set-CalendarProcessing -Identity mr-01@mytenant.onmicrosoft.com -ProcessExternalMeetingMessages $true


 


Potrebbe verificarsi che l'invito alla riunione inoltrato arrivi all'MTR, ma non sia presente il pulsante di partecipazione (Join). Ciò potrebbe essere dovuto al modo in cui funziona l'elaborazione dei collegamenti sicuri (Safe Links) di Microsoft Defender for Office 365

Sarà necessario creare un'eccezione per i dispositivi MTR che non riscriva i link https://teams.microsoft.com/*. 




8 feb 2022

DANE e DNSSEC arrivano su Exchange Online

Exchange Online aggiungerà il supporto per due nuovi standard Internet specifici per il traffico SMTP il cui deploy avverrà in due fasi, la prima (outbound) tra febbraio e marzo 2022 e la seconda (inbound) inizierà entro la fine del 2022.  

Si tratta di DNSSEC (Domain Name System Security Extensions) e DANE for SMTP (DNS-based Authentication of Named Entities), due standard nati rispettivamente del 2005 e 2015.

Un po’ di storia

Prima di entrare in dettaglio sulle caratteristiche di questi nuovi standard non possiamo non possiamo non ricordare qualche cenno storico sul protocollo SMTP. È stato progettato molto tempo fa (40 anni) conservando ancora oggi il primato per il protocollo/standard informatico più longevo della storia, quando la consegna dei messaggi era considerata più importante della sicurezza. Con il passare del tempo, quando la sicurezza e la privacy sono diventate sempre più importanti, sono emersi diversi nuovi standard e uno di questi è RFC 3207: “SMTP Service Extension for Secure SMTP over Transport Layer Security (TLS)”. Questo è spesso indicato come TLS opportunistico o STARTTLS. Il TLS opportunistico fornisce la crittografia per le connessioni SMTP e, anche se rappresenta un grande miglioramento rispetto al semplice SMTP, presenta ancora un numero significativo di vulnerabilità.

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